Sulle tracce di Carlo Cattaneo
Fallito il sogno di una rapida conquista dell’indipendenza e della libertà dopo i fatti delle Cinque giornate di Milano del 1848, Cattaneo preferisce abbandonare la Lombardia austriaca e rifugiarsi a Lugano. In Ticino trova le condizioni ideali di democrazia e libertà che gli consentono di agire liberamente e trova un terreno ancora fertile, un paese in procinto di iniziare una evoluzione politica e sociale più razionale e moderna. Cattaneo si inserisce presto nella vita cantonale e gode di grande autorità, anche grazie alle sue relazioni personali con Stefano Franscini e altre personalità. Dal 1849 affronta il problema delle esondazioni del Ticino nel piano di Magadino, promuovendo la bonifica della zona. Su invito di Filippo Ciani, responsabile del Dipartimento della pubblica istruzione, contribuisce alla riforma dell’insegnamento superiore nel Ticino partecipando così all’istituzione del nuovo Liceo (1852), dove Cattaneo insegna filosofia fino all’ottobre 1865.
Inoltre, Cattaneo partecipa al dibattito sulla scelta della linea ferroviaria di attraversamento delle Alpi, favorendo così il passaggio dal San Gottardo. Nel 1858 il Gran Consiglio ticinese gli conferisce la cittadinanza onoraria, riconoscendo il valore della sua azione a favore del cantone.


Nel 1859 si apre una nuova fase nella vita politica italiana e Cattaneo intensifica la sua attività verso l’Italia, in risposta alla prospettiva concreta di realizzare l’unificazione del paese. Eletto nel 1860 nel primo Parlamento italiano, rinuncia però al seggio, trovando incompatibile la sua posizione federalista nel nuovo assetto politico unitario.
Carlo Cattaneo segue la creazione dello Stato italiano con occhio critico; il suo pensiero federalista lo rese solitario anche all'interno della sinistra democratica. Oggi Cattaneo è considerato, al fianco di Giuseppe Mazzini, uno dei più importanti antagonisti della classe dirigente liberale moderata e uno dei più grandi personaggi del Risorgimento.

«Ed ora, una parola tutta a voi, giovani Ticinesi! Io non devo adularvi. Io sono eletto a dirvi la verità. –Voi siete liberi; ma che gioveravvi la libertà del pensiero, se voi non avrete pensieri?– .»
Prolusione a un Corso di Filosofia nel Liceo Ticinese, 1852


Fallito il sogno di una rapida conquista dell’indipendenza e della libertà dopo i fatti delle Cinque giornate di Milano del 1848, Cattaneo preferisce abbandonare la Lombardia austriaca e rifugiarsi a Lugano. In Ticino trova le condizioni ideali di democrazia e libertà che gli consentono di agire liberamente e trova un terreno ancora fertile, un paese in procinto di iniziare una evoluzione politica e sociale più razionale e moderna. Cattaneo si inserisce presto nella vita cantonale e gode di grande autorità, anche grazie alle sue relazioni personali con Stefano Franscini e altre personalità. Dal 1849 affronta il problema delle esondazioni del Ticino nel piano di Magadino, promuovendo la bonifica della zona. Su invito di Filippo Ciani, responsabile del Dipartimento della pubblica istruzione, contribuisce alla riforma dell’insegnamento superiore nel Ticino partecipando così all’istituzione del nuovo Liceo (1852), dove Cattaneo insegna filosofia fino all’ottobre 1865.
Inoltre, Cattaneo partecipa al dibattito sulla scelta della linea ferroviaria di attraversamento delle Alpi, favorendo così il passaggio dal San Gottardo. Nel 1858 il Gran Consiglio ticinese gli conferisce la cittadinanza onoraria, riconoscendo il valore della sua azione a favore del cantone.


«Ed ora, una parola tutta a voi, giovani Ticinesi! Io non devo adularvi.
Io sono eletto a dirvi la verità.
Voi siete liberi; ma che gioveravvi la libertà del pensiero, se voi non avrete pensieri?.»
Prolusione a un Corso di Filosofia nel Liceo Ticinese, 1852


Nel 1859 si apre una nuova fase nella vita politica italiana e Cattaneo intensifica la sua attività verso l’Italia, in risposta alla prospettiva concreta di realizzare l’unificazione del paese. Eletto nel 1860 nel primo Parlamento italiano, rinuncia però al seggio, trovando incompatibile la sua posizione federalista nel nuovo assetto politico unitario. Carlo Cattaneo segue la creazione dello Stato italiano con occhio critico; il suo pensiero federalista lo rese solitario anche all'interno della sinistra democratica. Oggi Cattaneo è considerato, al fianco di Giuseppe Mazzini, uno dei più importanti antagonisti della classe dirigente liberale moderata e uno dei più grandi personaggi del Risorgimento.
