Sulle tracce di Carlo Cattaneo
«Il Politecnico» è forse l’iniziativa editoriale che meglio rispecchia la straordinaria ricchezza intellettuale di Carlo Cattaneo. La rivista, fondata nel febbraio 1839 nel clima delle rivoluzioni liberali che in quegli anni stanno infiammando l’Europa, vuole essere per l’Italia una palestra di modernità e di innovazione, di rinnovamento culturale e di elevazione civile in funzione del progresso collettivo. Per Cattaneo il termine ‘politecnico’ non è limitato alle tecniche legate alle scienze matematiche e fisiche, ma si estende anche alle altre arti nate per soddisfare esigenze umane non meno essenziali, incluse le arti belle, che «scaturiscono da un bisogno che nel seno della civiltà diviene imperioso non men di quello della sussistenza, da un bisogno che distingue e nobilita l’umana natura». Così, intellettuali delle più diverse discipline rispondono all’invito di Cattaneo contribuendo a fare della rivista milanese una delle riviste più moderne e importanti dell’Ottocento a livello europeo.
«La più adulta e perfetta forma del nostro pensiero è la contemplazione scientifica: la contemplazione dell'ordine universale, dell'ordine nella natura e nell'umanità.»
Psicologia delle menti associate, 1859-1866
«Il Politecnico» è pubblicato tra il 1839 e il 1844 e una nuova serie tra il 1859 e il 1869. Carlo Cattaneo ne è il direttore fino al 1862.»

«Il Politecnico» è forse l’iniziativa editoriale che meglio rispecchia la straordinaria ricchezza intellettuale di Carlo Cattaneo. La rivista, fondata nel febbraio 1839 nel clima delle rivoluzioni liberali che in quegli anni stanno infiammando l’Europa, vuole essere per l’Italia una palestra di modernità e di innovazione, di rinnovamento culturale e di elevazione civile in funzione del progresso collettivo. Per Cattaneo il termine ‘politecnico’ non è limitato alle tecniche legate alle scienze matematiche e fisiche, ma si estende anche alle altre arti nate per soddisfare esigenze umane non meno essenziali, incluse le arti belle, che «scaturiscono da un bisogno che nel seno della civiltà diviene imperioso non men di quello della sussistenza, da un bisogno che distingue e nobilita l’umana natura». Così, intellettuali delle più diverse discipline rispondono all’invito di Cattaneo contribuendo a fare della rivista milanese una delle riviste più moderne e importanti dell’Ottocento a livello europeo.

«Il Politecnico» è forse l’iniziativa editoriale che meglio rispecchia la straordinaria ricchezza intellettuale di Carlo Cattaneo. La rivista, fondata nel febbraio 1839 nel clima delle rivoluzioni liberali che in quegli anni stanno infiammando l’Europa, vuole essere per l’Italia una palestra di modernità e di innovazione, di rinnovamento culturale e di elevazione civile in funzione del progresso collettivo.
«Il Politecnico» è pubblicato tra il 1839 e il 1844 e una nuova serie tra il 1859 e il 1869. Carlo Cattaneo ne è il direttore fino al 1862.
«Noi divisiamo annunciare (…) di appianare ai nostri concittadini con una raccolta periodica la più pronta cognizione di quella parte di vero che dalle ardue regioni della Scienza può facilmente condursi a fecondare il campo della Pratica, e crescere sussidio e conforto alla prosperità comune e alla convivenza civile.»
Prefazione Il Politecnico, 1839
Per Cattaneo il termine ‘politecnico’ non è limitato alle tecniche legate alle scienze matematiche e fisiche, ma si estende anche alle altre arti nate per soddisfare esigenze umane non meno essenziali, incluse le arti belle, che «scaturiscono da un bisogno che nel seno della civiltà diviene imperioso non men di quello della sussistenza, da un bisogno che distingue e nobilita l’umana natura». Così, intellettuali delle più diverse discipline rispondono all’invito di Cattaneo contribuendo a fare della rivista milanese una delle riviste più moderne e importanti dell’Ottocento a livello europeo.


